OBIETTIVI: valutare l’influenza della rigidità della capsula posteriore e della retroversione omerale sulle misurazioni del movimento della spalla.
PROGETTO: studio basato su un campionamento trasversale.
AMBIENTE: laboratorio universitario controllato.
PARTECIPANTI: 75 individui asintomatici sono stati assegnati ad uno di 4 gruppi: controllo (n=28); solo con rigidità capsulare posteriore (n=17); solo con retroversione omerale (n=15); combinata rigidità capsulare posteriore e retroversione (n=15).
PRINCIPALI MISURE DI ESITO: sei misurazioni cliniche sono state comparate tra i gruppi: angolo bicipite avambraccio, flessione verso il basso, rotazione gleno-omerale interna ed esterna, adduzione orizzontale ed estensione con rotazione interna.
RISULTATI: il gruppo con entrambi gli adattamenti aveva una minor rotazione interna rispetto al gruppo di controllo e rispetto a quello con sola retroversione, allo stesso tempo aveva una maggior rotazione esterna in confronto al gruppo di controllo e al gruppo con solo rigidità capsulare posteriore. Non ci sono state differenze tra i gruppi per quanto riguarda le misure dell’adduzione orizzontale o l’estensione con rotazione interna. Il gruppo con sola retroversione e il gruppo combinato hanno mostrato una riduzione dell’angolo avambraccio bicipite in confronto ai gruppi di controllo e con rigidità posteriore. I gruppi combinato e con rigidità capsulare posteriore hanno mostrato una riduzione nella flessione verso il basso in confronto agli altri gruppi.
CONCLUSIONE: la combinazione di adattamenti ossei e tessutali altera la misurazione del movimento della spalla più di un singolo adattamento, rendendo vitale una valutazione clinica globale quando si ha a che fare con individui con dolore di spalla.
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